I titoli dei due nuovi volumi ne spiegano in sintesi il contenuto: «Quattro notai nella crisi delle temporalità patriarcali» di Tommaso Vidal e «Frammenti dei registri di Giovanni di Pietro dalle Fratte e Pietro di Giovanni da Baone notai patriarcali (1334-1336)» di Sebastiano Blancato, stampati rispettivamente nel 2023 e nel 2024.
L’obiettivo delle due nuove pubblicazioni è mettere a disposizione degli studiosi le fonti storiche primarie. I documenti pubblicati, di argomento eterogeneo, sono spesso registri notarili prodotti dal 1250 fino circa al 1420. Qui i notai patriarcali rogavano gli atti richiesti dai privati, come per esempio la proprietà di una casa, ma talora in mezzo a queste carte private si trovano anche gli atti ufficiali dei patriarchi. I notai redigevano i verbali, ricoprendo il ruolo attuale dei cancellieri nei nostri tribunali.
Tommaso Vidal, «Quattro notai nella crisi delle temporalità patriarcali»
Uscito alla fine del 2023 il volume di Tommaso Vidal si incentra sull’edizione di cinque fascicoli di atti processuali prodotti in seno ai tribunali vicariali del Patriarcato di Aquileia, tra il 1403 e il 1416, da quattro diversi notai, Giovanni di Folcomaro da Mels, Giovanni di Giacomo da Udine, Nicolò di Daniele da Colle Prampero e Alvise di maestro Giacomo orefice da Montegnacco.
Nell’introduzione emergono un quadro sintetico del periodo, una ricostruzione delle vicende biografiche dei notai, un’analisi dell’attività concreta delle corti di giustizia patriarcali, L’opera consente anche a lettori meno esperti di comprendere l’azione pratica delle corti giudiziarie patriarcali, di analizzarne la composizione, le dimensioni sociali e spaziali del loro esercizio, e di ricostruirne, in sostanza, l’ambiente sociale e politico.
Sebastiano Blancato, «Frammenti dei registri di Giovanni di Pietro dalle Fratte e Pietro di Giovanni da Baone notai patriarcali (1334-1336)»
Di recentissima pubblicazione è il volume di Sebastiano Blancato. È una raccolta di documenti di due chierici-notai attivi nella curia aquileiese agli esordi del patriarcato di Bertrando Saint-Geniès (1334-1336).
Il primo, Giovanni di Pietro dalle Fratte di Gaeta, lavorava al servizio del prelato prima ad Avignone, poi in Friuli fino a far perder le sue tracce. Il secondo, Pietro di Giovanni da Baone, al quale si deve la stesura dell’atto che segna l’istituzione della Collegiata Udinese, aveva all’epoca già avviato la sua carriera che l’avrebbe poi portato a terminare i suoi giorni come vescovo di Treviso. La documentazione evidenzia l’indubbia unitarietà tematica dei documenti contenuti, legata alla loro natura squisitamente ecclesiastica.
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